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lunedì 30 novembre 2009

Voci dal Marocco. Aboubakr Jamai

Intervista ad Aboubakr Jamai, editorialista a Le Journal Hebdomadaire. Icona della stampa indipendente marocchina, Abubakr Jamai è stato co-fondatore dei settimanali Le Journal e Assahifa nel 1997. Nel 2000 ha fondato Le Journal Hebdomadaire, dove ha ricoperto l’incarico di direttore fino al 2006.




domenica 29 novembre 2009

Marocco. Cosa succede alla stampa indipendente?

Si chiude un anno nero per la stampa indipendente marocchina. Un giornale è stato chiuso e molti altri sono stati duramente colpiti dai processi voluti dal regime, sempre più repressivo e intollerante di fronte alle critiche. La strategia del potere rischia di mettere fine al dibattito pubblico nel Paese.


Aminatou Haidar colpevole

Articolo pubblicato da Le Journal Hebdomadaire, n. 418, 21-27 novembre 2009

L’attivista saharaoui Aminatou Haidar, espulsa il 14 novembre scorso verso le Isole Canarie, ha iniziato uno sciopero della fame a Lanzarote per denunciare il comportamento del governo marocchino e del governo spagnolo. La legalità dell’espulsione è contestata. La vicenda sta assumendo una dimensione internazionale.


mercoledì 18 novembre 2009

Sidi Ifni. L’attesa infinita

Articolo pubblicato da Tel Quel, n. 398, 14-20 novembre 2009.

Un anno e mezzo dopo gli scontri che hanno insanguinato la città, Sidi Ifni sta ancora aspettando. Gli oppositori di ieri siedono oggi nei banchi del consiglio comunale e promettono un cambiamento. Immersione in una città sull’orlo di una crisi di nervi.


martedì 17 novembre 2009

“Villes sans bidonvilles”. Le promesse non mantenute

Articolo pubblicato da Le Journal Hebdomadaire, n. 417, 14-20 novembre 2009.

Dopo cinque anni dall’avvio ufficiale, il programma « Ville sans bidonvilles » (VSB) sembra andare a rilento, soprattutto nelle grandi città del Regno. Alla carenza di terreni si aggiungono i problemi di gouvernance locale, mentre il finanziamento e l’assistenza sociale restano di fatto inesistenti.


domenica 15 novembre 2009

Ben Ali passa al regolamento dei conti

Non ha perso tempo. Al Palazzo di Cartagine c’è ancora aria di celebrazione. Rumori di danze e squilli di trombe a salutare il nuovo plebiscito, la quinta incoronazione. I festeggiamenti non sono finiti, ma il dittatore democratico è già preoccupato di far tacere chi ha cercato di disturbare il suo trionfo. Mentre i capi di Stato esteri, in primis quelli occidentali, si profondono in felicitazioni e ossequi per il successo elettorale, il Presidente-Generale ha già iniziato la sua campagna di “rieducazione”.



sabato 14 novembre 2009

Voci d'Algeria. Soumia Salhi

Intervista a Soumia Salhi, Presidente della Commissione Nazionale delle Donne Lavoratrici (CNFT) e membro del Consiglio Nazionale dell’Unione Generale dei Lavoratori Algerini (UGTA).


giovedì 12 novembre 2009

Voci d'Algeria. Waciny Laredj (2)

(Torna all'inizio dell'intervista)

J. G. : Parliamo del contesto storico, politico e sociale in cui il suo Don Chisciotte si ritrova una volta approdato ad Algeri. La guardienne des ombres (Don Chisciotte ad Algeri nella traduzione italiana), come pure Le miroir de l’aveugle, è  un’opera ambientata nell’Algeria dei primi anni novanta, l’Algeria delle violenze e della crescita del fenomeno islamista. Per spiegare la difficoltà, la paura, la rabbia e la tensione vissuta in quegli anni lei ha parlato di “esilio psicologico” prima ancora che di “esilio fisico”. Mi corregga se queste affermazioni non sono esatte.


W. L. : Sono esatte.


J. G. : L’esilio. E’ questo il cammino intrapreso da molti intellettuali e letterati algerini finiti nelle liste nere degli islamisti. Ma cosa ha significato precisamente per lei vivere in una condizione di “esilio psicologico” e quale situazione si è trovato personalmente a fronteggiare, da letterato, intellettuale e da libero pensatore negli anni che hanno preceduto la sua partenza dall’Algeria?

Voci d'Algeria. Waciny Laredj (1)

Domenica 22 marzo, aeroporto Marco Polo, sono le 19:37 e il volo proveniente da Parigi sta atterrando, con un sorprendente anticipo di ben 13 minuti sull’orario previsto. L’attesa ormai è finita e ben presto conoscerò Waciny Laredj. Sono molto curioso ed anche un po’ emozionato. Ho appena finito di leggere l’unico tra i suoi romanzi fino ad ora tradotto in italiano, Don Chisciotte ad Algeri, una lettura che mi ha lasciato semplicemente senza parole, devo ammetterlo. Non conoscevo nulla di questo scrittore fino a pochi giorni fa, né le sue opere né la sua vita, nemmeno la sua esistenza, devo confessarlo, ma dopo essermi lasciato trasportare dalle sue parole, dai suoi racconti, per le strade di un’Algeri ancora fresca nella mia memoria, sento che una inesplicabile familiarità mi lega già a questo personaggio.


martedì 10 novembre 2009

Don Chisciotte ad Algeri

Con questa prima, breve, recensione si apre la rubrica "Leggere il Mediterraneo". L'intento è quello di punzecchiare la curiosità dei lettori del blog e della rivista L'Altrapagina (dove la rubrica verrà pubblicata con cadenza regolare).