Centinaia
di persone si sono unite nel movimento Barakat ("basta") per dire no
al quarto mandato consecutivo del presidente in carica. Il punto con Mehdi
Bsikri, giornalista a El Watan e
membro del collettivo di protesta.
(traduzione dell'articolo di Louise Michel D. per JOL Press)
Cosa
ha significato per la società algerina la candidatura al quarto mandato di
Bouteflika?
Non
ho la pretesa di essere un portavoce dell'intera società algerina, ma di certo
- almeno secondo i miei viaggi di città in città e le testimonianze raccolte -
la popolazione manifesta la sua esasperazione. Non ne vuole sapere di una
candidatura che significa la continuità di un sistema liberticida.
La
maggioranza dei cittadini vuole uscire dalla sua condizione di sudditanza,
vuole prendere la parola per dire "stop" alla cattiva gestione del
paese, "no" alla corruzione endemica, "basta" allo sperpero
di fondi pubblici. Vuole un rafforzamento legale delle istituzioni e delle
amministrazioni, per garantire la sopravvivenza dello Stato. Il regime in atto
ha svuotato di senso e poteri le istituzioni per continuare a dirigere il paese
indisturbato, a danno del benessere degli algerini.
A
che punto sono le mobilitazioni contro la rielezione di Bouteflika?
Sono
in aumento e assumono forme differenti. Studenti, professori, medici,
disoccupati, funzionari.. ognuno si mobilita a suo modo, pur convergendo verso
il rifiuto del quarto mandato.
Quali
sono le rivendicazioni del movimento Barakat?
Il
nostro movimento non ha un vero e proprio inquadramento, è un collettivo
militante di cittadini costituitosi in forma spontanea, indipendente dai
partiti politici (non sostengono nessun candidato alle presidenziali, ndr). Si tratta di un movimento pacifico
che esprime chiaramente il rifiuto della violenza, pur rivendicando un
cambiamento radicale del sistema, non limitato alla facciata. Il nostro slogan
è "no al sistema, no alla polizia politica, no al quarto mandato".
Cosa
significa esattamente Barakat?
Il
significato della parola in arabo algerino è "basta", ma lo slogan ha
un significato storico per noi. Il popolo algerino gridava già "7 anni
barakat" una volta acquisita l'indipendenza, dopo i tragici fatti
dell'estate 1962 quando due clan dell'esercito - quello
"dell'interno" e quello che durante la guerra di liberazione
stazionava alle frontiere - entrarono in conflitto.
Da
chi è composto il movimento e quali azioni propone?
Il
movimento Barakat è composto da cittadini di profilo differente e insediati in
diverse regioni del paese. Ciò che li lega è l'amore per il paese e la
consapevolezza dei rischi per il futuro. Ci sono avvocati, giornalisti, medici,
impiegati, architetti, artisti, attori, disoccupati, donne e uomini. Per noi
non ci sono distinzioni né di sesso né di professione. Siamo tutti uguali,
tutti cittadini.
Barakat
si batte per uno Stato repubblicano e democratico, per un'economia sottratta
alla dipendenza dagli idrocarburi e destinata all'implosione. Il movimento si
scaglia contro le derive del sistema, sia in campo economico che dell'apparato
di sicurezza. Per noi è tempo di salvare l'Algeria; se il paese continuerà ad
essere governato in questo modo saremo indirizzati inevitabilmente verso il
baratro.
Quanto
alle azioni proposte, per il momento Barakat ha organizzato alcuni sit-in di
fronte all'universale centrale di Algeri, nel cuore della capitale. Ne stiamo
preparando altri, assieme ad una sorta di manifesto esplicativo delle ragioni
del movimento.
Non
si respira una sorta di fatalismo politico nel paese?
Al
contrario. Gli algerini sono molto coscienti e politicizzati. Nonostante tutto,
conservano la speranza di un cambiamento in profondità, un cambiamento pacifico
e sereno. Sanno bene che le parole degli esponenti del regime non sono altro
che subdola propaganda.
Quali
sono oggi le priorità per l'Algeria?
Tante,
forse troppe. Sui settori da riformare d'urgenza, molti analisti concordano: la
giustizia, l'amministrazione pubblica, la sanità, l'agricoltura, la politica
urbanistica, la distribuzione a tutti i cittadini di gas, acqua corrente ed
elettricità.. solo per fare un primo elenco. Esistono delle competenze integre
all'interno del paese, è ora di offrire loro una possibilità.
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