"Gli
interessi e i legami in ballo sono molteplici, si tratta di una rete abilmente
tessuta da entrambe le parti che si regge su una sorta di do ut des. Agevolazioni economiche, affari, in cambio di appoggio
politico". Intervista al giornalista marocchino Ali Amar, che racconta la
storia di una decolonizzazione mai realmente avvenuta, di "un'indipendenza
nell'interdipendenza".
Che il Mediterraneo sia quella nave che va da sola tutta musica e tutta vela su quell'onda dove si vola tra la scienza e la leggenda del flamenco e della taranta e fra l'algebra e la magia nella scia di quei marinai e quell'onda che non smette mai che il Mediterraneo sia...
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sabato 11 maggio 2013
lunedì 11 giugno 2012
Marocco-ONU: tensioni diplomatiche sul Sahara Occidentale
Nonostante
il prevedibile rinnovo della MINURSO (la missione delle Nazioni Unite in Sahara
Occidentale), sancito nell'aprile scorso dal Consiglio di sicurezza, il Marocco
ha deciso di ritirare la fiducia a Christopher Ross, inviato speciale del
Segretario ONU e mediatore di riferimento nel conflitto che oppone la monarchia
alawita al Fronte Polisario. Al centro delle polemiche, il rapporto annuale
presentato al Consiglio da Ban Ki-Moon.
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venerdì 25 maggio 2012
Scrivere, "un bisogno intimo e un atto politico". Intervista ad Abdellah Taia
Abdellah
Taia, lo "scrittore di Hay Salam" come ama definirsi, è il primo
marocchino ad aver rivelato apertamente la sua omosessualità. Lo ha raccontato
nei suoi libri (gli ultimi tre sono tradotti in italiano dalla casa editrice
ISBN), dove descrive il Marocco popolare - "ricco nella sua povertà"
- che ha conosciuto tra le mura domestiche e per le strade di Salé. Lo ha poi
dichiarato pubblicamente sulla stampa nazionale, destando scalpore. Da quel
momento il giovane romanziere, oggi trentottenne, è diventato un simbolo di
libertà ed emancipazione.
giovedì 8 marzo 2012
Alta velocità, è polemica anche in Marocco
Presentato ufficialmente ad inizio 2010, il progetto per la costruzione del TGV Tangeri-Casablanca è entrato in fase operativa dal settembre scorso (termine lavori previsto per il 2015). Ma il "capriccio" di Mohammed VI, prontamente avallato dalla classe politica, si sta scontrando con l'opposizione della società civile che critica i gravosi oneri di un'opera lontana dalle priorità del paese.
martedì 17 gennaio 2012
Tunisia: "mai più come prima. Un anno di rivoluzione che resterà nella memoria collettiva"
E' passato un anno dalla fuga di Zine el-Abidine Ben Ali dal palazzo di Cartagine. Un anno di mobilitazioni, cambiamenti e conquiste, sebbene il cammino della transizione democratica e del rilancio economico sia ancora agli inizi. Ne parliamo con Eric Gobe, caporedattore della rivista L'Année du Maghreb e ricercatore al Centre Jacques Berque (CNRS) di Rabat. Il professor Gobe, autore di numerose pubblicazioni sul contesto politico e sociale tunisino [1], ripercorre la dinamica che ha portato alla caduta dell'ex presidente e di un sistema di governo "in crisi di legittimità".
Sidi Bouzid, fine gennaio 2011 (Foto Jacopo Granci) |
venerdì 22 luglio 2011
Le Courrier International censurato in Marocco
Nei giorni scorsi le autorità marocchine hanno vietato la distribuzione del settimanale francese Le Courrier International (padre spirituale e modello del nostro Internazionale) all’interno dei confini del regno a causa di una vignetta giudicata “offensiva”. Nel numero 1080 (13-20 luglio 2011) della rivista, assieme all’articolo “L’envers d’un plébiscite royal” – l’editoriale pubblicato dal direttore di Tel Quel Karim Boukhari l’indomani del referendum – c’era un disegno del celebre caricaturista algerino Dilem. Il re Mohammed VI è pronto a spartire il potere con il suo primo ministro, il titolo della caricatura. In primo piano il sovrano, mentre fuma uno spinello, accanto al premier Abbas Al Fassi che incalza: “fallo girare!”.
martedì 3 maggio 2011
Sahara Occidentale: né referendum né diritti umani
Come ogni anno dal cessate il fuoco firmato nel 1991 tra Marocco e Fronte Polisario, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per esaminare il rapporto del Segretario generale Ban Ki Moon e rinnovare il mandato della MINURSO (la missione ONU per l’organizzazione del referendum in Sahara Occidentale). La risoluzione 1979, approvata all’unanimità lo scorso 27 aprile dai quindici membri del Palazzo di Vetro, ha confermato la permanenza dei circa trecento effettivi già dislocati nella ex colonia spagnola (parte ad ovest del “muro di sabbia” – e mine – eretto dalle forze marocchine, parte nella zona controllata dalla Repubblica Araba Saharawi Democratica) fino al 30 aprile 2012. Tuttavia la realizzazione del referendum – obiettivo dichiarato della missione e primo passo verso l’autodeterminazione del popolo saharawi (nel cammino verso l’indipendenza) – non sembra più essere all’ordine del giorno.
Prevista inizialmente per il gennaio del 1992, la consultazione ha infatti subito sistematici rinvii, fino al definitivo accantonamento sopraggiunto nel 2007, quando Rabat ha sottomesso alle Nazioni Unite il suo “piano di autonomia” per il Sahara Occidentale, prontamente rifiutato dal Polisario e dal fedele alleato algerino. Il Marocco, che dal 1975 ha occupato due terzi della regione assicurandosi una annessione de facto delle “storiche province del sud”, non intende rinunciare alla propria sovranità su Laayoune, Smara e Dakhla, mentre il Fronte di stanza a Tindouf (territorio algerino) continua a sostenere la legittimità della causa indipendentista, portando a supporto delle proprie rivendicazioni la risoluzione ONU 1514 (approvata nel 1960) che riconosce “il diritto dei popoli all’autodeterminazione” e la carta fondativa dell’Unione Africana (1963) che impegna i membri a rispettare “l’intangibilità delle frontiere coloniali”.
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