Sirri
Sureyya Onder, deputato e cineasta di successo, è una delle figure di spicco
del movimento Occupy Gezi. Di recente ha aderito ad una nuova formazione
politica sostenuta dalla sinistra e dai curdi. Eccone un breve ritratto.
(Foto Francesca Pacini) |
(Traduzione dell'articolo di Samim Agkonul per Orient XXI)
Si
chiama Onder, che in turco significa "leader". Un predestinato?
Forse. In ogni caso Sirri Sureyya Onder ha fatto tremare non pochi pretendenti
dichiarando che si sarebbe candidato a sindaco alle elezioni municipali del
2014, nella capitale, prima di precisare che stava facendo dell'ironia.
Se
decidesse di presentarsi per davvero, tuttavia, questo personaggio sui generis di grande popolarità - è
deputato, giornalista, scrittore, musicista e regista nello stesso tempo -
potrebbe sconvolgere la scena politica. Per il momento è uno tra i volti più
noti della nuova formazione politica - il Partito democratico popolare (HDP),
nato sulla scia delle proteste dello scorso giugno - che raggruppa parte della
sinistra turca e i curdi.
Il
HDP si propone come rappresentante del movimento "Occupy Gezi", come
struttura capace di convogliare il malcontento espresso sei mesi fa contro la
figura del premier Erdogan e della politica affarista e autoritaria che simboleggia.
Ad inquietarsi a seguito della sua comparsa sulla scena, tra gli altri, è stata
la principale forza di opposizione - il Partito repubblicano del popolo (CHP), kemalista
- che spera di sottrarre la poltrona di sindaco di Istanbul all'attuale
formazione al potere, il Partito della giustizia e dello sviluppo (AKP). Fu
proprio il municipio della città sul Bosforo a segnare l'ascesa degli
islamisti, nel 1994, con la vittoria di Recep Tayyip Erdogan, allora presidente
dell'AKP.
Un eroe per i
manifestanti
Anche
il partito laicista CHP vorrebbe mettere le mani sull'eredità politica di Gezi,
cavalcando l'onda della contestazione contro il governo. Ma sa benissimo che la
maggior parte dei manifestanti scesi a Taksim e poi in tutto il paese non può
essere propriamente definita kemalista.
Non
è un caso se fin dai primi giorni della protesta è questo personaggio fuori dal
comune, Sirri Sureyya Onder, ad essere diventato un simbolo e un eroe per i
dimostranti, levandosi davanti alle ruspe arrivate a sradicare gli alberi di
Gezi.
Il
percorso di quest'uomo dai molteplici talenti - vicino ai curdi, agli ambienti
intellettuali e gradito alle nuove generazioni - è quantomeno singolare.
Nato
nel 1962 ad Adiyaman, nel sud-est della Turchia in una provincia a maggioranza
curda, Onder è cresciuto in una famiglia turca, o meglio "turkmena"
come lui stesso ama precisare. A suo dire, fin dalla tenera età ha subito un
"processo di assimilazione inversa": mentre i curdi di Turchia sono
stati costretti ad un assorbimento forzato della "turchità" - soprattutto
attraverso la lingua - Sureyya ha maturato una forte sensibilità per la
questione curda, grazie alla vicinanza sociale e geografica.
Ma
grazie anche alla vicinanza ideologica del contesto in cui è cresciuto. Onder
proviene da una famiglia modesta e molto politicizzata. Il padre, barbiere, negli
anni sessanta era un militante del Partito operaio turco (TIP, formazione di
matrice socialista e sindacale, da non confondere con il più recente Partito
operaio, vicino all'area nazionalista) che si ritrovò coinvolto nella
repressione contro i curdi e la sinistra (il TIP evocava apertamente la
questione curda, allora tabù. Fu questa una delle cause della sua messa al
bando).
Onder,
fin da ragazzo, inizia a lavorare per provvedere ai bisogni della famiglia, dal
momento che il padre muore nel 1970. E' proprio in quanto apprendista del
fotografo del villaggio che maturerà la passione per quest'arte, da cui poi
proseguirà il cammino verso il cinema.
Un'educazione politica
di sinistra
Sirri
Sureyya Onder fa la prima esperienza del carcere nel 1978, all'età di sedici
anni. Viene arrestato durante una manifestazione di protesta contro il pogrom
di Maras, in cui furono uccisi centocinquanta aleviti e vennero bruciate
centinaia delle loro case.
Uscito
di prigione, prosegue gli studi in Scienze politiche nella prestigiosa
università di Ankara, dove si afferma come una delle figure di spicco della
gioventù socialista. Dopo il colpo di stato militare del 1980 viene di nuovo
arrestato e imprigionato dalla giunta, senza poter terminare i corsi.
Condannato
a dodici anni di carcere per "attività illegali", ne sconta sette in
diverse galere turche, facendosi conoscere per i numerosi scioperi della fame e
una condotta insubordinata ai parametri penitenziari. All'uscita di prigione si
trasferisce ad Istanbul, dove svolge diversi mestieri per sopravvivere -
dall'operaio edile all'autista di camion -, continua la sua militanza nei
movimenti rivoluzionari e inizia a scrivere.
Da
quel momento farà proprio l'aforisma di una musicista, udito durante
un'esibizione di saz (liuto
tradizionale) nei bassifondi della città: "se non guarda verso di te,
mettiti in una posizione in cui lui possa vederti, così capirà quello che hai
da dirgli". E' così che Onder spiega il suo impegno nell'arte e nel
giornalismo: il bisogno di avere un eco, di poter veicolare idee e riflessioni
e farsi ascoltare. Inizia a scrivere per Bir
Gun, un quotidiano vicino all'area socialista anti-capitalista, e poi per Radikal, arena della sinistra negli anni
2000, e infine per Ozgur Gundem,
quotidiano di riferimento del movimento curdo scritto in lingua turca.
Parallelamente,
Onder inizia a farsi conoscere in ambito cinematografico. Raccogliendo lo
stesso successo. Nel 2006 incontra il grande pubblico con l'opera prima L'internazionale (Beynelmilel), di cui firma la regia e la sceneggiatura (avviata
quattro anni prima).
Il
film, che racconta in "modo agrodolce" le avventure di una banda
musicale di provincia all'indomani del colpo di stato del 1980, porta a casa
numerosi premi sia a livello nazionale che in occasione di festival
internazionali. La pellicola, di fatto, introduce il suo autore nei circoli
intellettuali di Istanbul e ne fa una figura di riferimento per il panorama
democratico del paese. Le sue interviste e le sue apparizioni mediatiche, dove
Onder non manca mai di criticare la repressione di Stato contro i curdi, faranno
scalpore.
La
vita del cineasta cambia di nuovo nel 2011, quando entra in politica. In
quell'anno ci sono le elezioni e il Partito della pace e della democrazia
(BDP), pro-curdo, decide di sostenere candidati indipendenti nell'ovest del
paese, per poter aggirare la soglia di sbarramento del 10% stabilita all'epoca
della giunta militare in modo da impedire ai rappresentanti della minoranza di
accedere all'Assemblea nazionale.
Onder
è uno di questi candidati. Viene eletto ad Istanbul con i voti curdi e di un
fronte di sinistra creato ad hoc. In seguito raggiungerà ufficialmente i ranghi
del partito BDP.
Negoziatore con il
leader del PKK nel carcere di Imrali
Qualcuno
avrebbe potuto prevedere una noiosa esistenza da parlamentare per il nuovo
Onder, lontano dalla vita trepidante dell'artista e dai piaceri della scrittura.
Ma non è così. Poco dopo le elezioni, infatti, cominciano i negoziati tra il
governo e Abdullah Ocalan, leader del PKK (Partito dei lavoratori del
Kurdistan) rinchiuso nella prigione di Imrali, piccola isola nel mare di
Marmara.
Onder
si ritrova a far parte della delegazione inviata al cospetto del leader, su
richiesta di quest'ultimo. Il deputato-regista inizia a fare la navetta tra
Ankara-Imrali-Kandil, base dei militanti del PKK nel Kurdistan iracheno. Una
vita alla James Bond, in un Medio Oriente in piena ebollizione, tra battelli e
4x4 (dato che ha paura dell'aereo). Qualcuno ha già preso a chiamarlo SSO, facendo
il verso alla sigla del noto agente segreto.
In
tutto questo, la recente adesione di Sirri Sureyya Onder al nuovo partito HDP
costituisce la naturale evoluzione del processo di unione e sinergia tra
militanti di sinistra e curdi.
Così,
mentre i negoziati tra governo e PKK sono entrati in una fase "meno
dinamica", il BDP ha formalizzato la sua strategia in vista delle elezioni
municipali e locali fissate per marzo 2014: nell'ovest del paese, là dove i
curdi sono minoritari, e nelle grandi città, il HDP farà da ombrello sotto a
cui dovranno raccogliersi attivisti, rappresentanti della minoranza e delle
diverse correnti che popolano il panorama di sinistra (socialisti, verdi..).
Lo
stesso Ocalan, oltre al BDP, ha dato il proprio avallo all'operazione. E' con
il loro consenso, del resto, che Onder ha raggiunto le fila del Partito
democratico popolare. I suoi detrattori lo accusano di voler sabotare le
fondamenta della repubblica turca e di cedere a compromessi in nome della
carriera. Difficile crederlo, data la linearità del suo percorso. Ad ogni modo,
Sirri Sureyya Order sembra ben posizionato per rimanere sul davanti della scena
politica e artistica del paese ancora per molto tempo.
Con
lui ci tornerà anche lo spirito e l'intraprendenza che sei mesi fa aveva
animato Gezi Park?
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