Nella
gran parte dei casi sono omosessuali che amano vestirsi da donna ed esibire la
loro femminilità. Ma legislazione e tabù sociali non lo consentono. Povertà e
marginalità li spingono alla prostituzione, mentre chi proviene da contesti più
agiati nasconde la propria identità e vive clandestinamente la propria intimità.
Reportage da Casablanca.
(Traduzione dell'articolo di Hicham Houdaifa per La Vie éco)
A
partire da mezzanotte, piccoli gruppi di 'donne' vestite in modo succinto fanno
la loro comparsa qua e là, nelle arterie principali del centro di Casablanca.
Da molto tempo hanno scelto come quartier generale il parco della Lega araba e
le zone adiacenti.
"Il
parco è un contesto ideale. Di notte nessuno transita nei suoi viottoli a meno
che non sia alla ricerca di un'avventura sessuale particolare", spiega
Rachid, alias Rachida sulla trentina, che ha già passato una decina d'anni a
prostituirsi dalle parti del giardino Nevada, altro luogo abitualmente
frequentato da questi omosessuali particolarmente effeminati.
Le
macchine costeggiano il perimetro dell'area verde, dal lato di boulevard Rachidi e di avenue Hassan II… i travestiti
esibiscono il loro charme e il tutto si consuma, generalmente, all'interno
dell'auto o al riparo degli alberi. E' considerata una prostituzione di bassa
gamma: i prezzi non sono alti, variano da 100 a 300 dirham (circa 10-30 euro, ndt), secondo quanto affermato dagli
stessi interessati.
Il
parco può offrire dei vantaggi, ma anche degli inconvenienti. A cominciare
dalla sensazione di insicurezza. Questi luoghi poco frequentati sono un
bersaglio facile per le retate della polizia. Il pericolo può venire anche dai
senzatetto o da altri travestiti che non si fanno problemi ad usare la violenza
per segnare e difendere il proprio territorio. La notte è dura per tutti..
Il
parco della Lega araba - dicevamo - non è l'unica zona di lavoro per Rachida e
compagni. Nei viali del centro dove i bar rimangono aperti oltre le 11 di sera,
condividono lo spazio pubblico con le 'colleghe' donne. Ciascuno nel suo
pezzetto di marciapiede, vicino ad una pianta o ad un traliccio
dell'illuminazione.
Un'omosessualità troppo
vistosa
Quasi
tutti i travestiti di modesta condizione sociale sono costretti alla
prostituzione. "Non ho scelta, devo prostituirmi per sopravvivere",
interviene Hafid, alias Hafida, che da qualche anno staziona dalle parti di boulevard d'Anfa. In un paese dove
l'omofobia è onnipresente, è impossibile per queste persone trovare un altro
lavoro che non sia vendere il proprio corpo. "Nessuno ha intenzione di
assumere un travestito come me", aggiunge Hafid.
Le
loro storie si assomigliano. Per tutti è un'omosessualità vissuta in maniera
troppo vistosa ad aver innescato conseguenze dolorose. "Sono stato
cacciato di casa a 13 anni perché non riuscivo più a nascondere la mia natura e
la mia femminilità. Così sono venuto a Casablanca, una grande città dove è
possibile mescolarsi alla massa e vivere, durante la giornata, la mia intimità
in modo clandestino", ricorda Rachid.
Anche
altri parlano delle difficoltà vissute nel passaggio dall'infanzia
all'adolescenza: sbeffeggi e insulti a scuola, nel quartiere, abusi sessuali.
"Avrei voluto non essere quello che sono, un travestito. Ma non ho avuto
scelta. Fin da piccolo non assomigliavo affatto agli altri ragazzi",
precisa Hassan.
Nelle
notti di Casablanca, i desideri di alcuni si incontrano con i destini di altri.
Destini di donne, ma anche di uomini che sembrano donne. I travestiti, tutto
sommato, intrattengono delle buone relazioni con le altre prostitute. "A
volte mi succede di incontrare un cliente che manifesta inclinazioni
particolari e subito gli passo il numero dei miei amici. Tra noi siamo
solidari. Inoltre, dal momento che alla base restano degli uomini, i travestiti
ci vengono spesso in soccorso in caso d'aggressione", riferisce Raja, che
lavora in zona boulevard Moulay
Youssef.
Ma
qual è il tipo di clientela più attratta da queste persone che offrono rapporti
a buon mercato? C'è di tutto: uomini in cerca di omosessuali effeminati,
bisessuali e anche "dei clienti dei bar che sono talmente ubriachi che non
riescono più ad accorgersi della differenza", scherza Hassan, in arte
Hassaniya. Poi aggiunge: "Altri più fortunati diventano le maitresse di
persone influenti e importanti. Uomini sposati e ricchi che devono dissimulare
le loro preferenze".
In
questo universo violento, dove non ci sono sconti per nessuno, i travestiti si
alleano a volte alla piccola criminalità, per aggredire i clienti, soprattutto
quando questi sono sfiniti dall'alcool. Oppure adottano metodi alternativi per
estorcere più denaro. "Una volta in macchina o al riparo nel cortile di un
palazzo, il travestito può - alla fine - chiedere altri soldi minacciando il
cliente, in caso contrario, di fare uno scandalo", spiega Hassan.
"Io
sono come Chouchou nel film di Gad El Maleh. Mi piace vestirmi da donna..ma non
mi lascio mettere i piedi in testa. Posso sempre ricorrere ai miei muscoli, o
ad un rasoio nascosto nel reggiseno per difendermi in caso di bisogno",
conclude Hafid prima di scoppiare in una sonora risata.
Desideri di donne..
Nella
maggior parte dei casi i travestiti vivono in camere o piccoli appartamenti in
affitto nei quartieri degradati della metropoli: la medina, Oulfa, Sidi Moumen..
"Cerco
di non farmi notare nel quartiere, anche se la gente nutre seri dubbi su quale
sia la mia vera attività. Mi trasformo solo una volta sul posto di lavoro, nel bagno
di un caffè o negli anfratti dei palazzi. All'alba ci ritroviamo nei chioschi
del centro per la colazione e anche per cambiare identità", racconta
Hassan.
Identità.
Questa parola ricorre spesso nei discorsi degli intervistati. Per esempio
quando parlano del loro abbigliamento. Amano vestirsi da donna utilizzando la
parrucca, trucchi, tacchi alti o ballerine. Quando ne ha i mezzi, un travestito
si inietta ormoni per far crescere il seno o ricorre alla liposuzione per le
natiche. Tuttavia, per molti, questo passo rimane inaccessibile.
"Ognuno
si arrangia come può. La depilazione non costa cara, ma cambiare sembianze è
tutta un'altra storia. Io mi rifaccio sui vestiti. Indosso minigonne corte e a
volte dei tailleur. La mia passione è la lingerie, giarrettiere e collant. Per
queste cose, per fortuna, ci sono i mercati popolari", rivela Karim, alias
Karima.
L'apparenza,
l'estetica, sono essenziali per questi ragazzi che si sentono donne. Vivono con
malessere il decadimento fisico, dovuto alle condizioni di lavoro e
all'avanzare dell'età. "La strada è pericolosa. Può succedere di passare
la notte in commissariato, a volte alcuni mesi in cella dopo essere passati
davanti al giudice. Anche un incontro inopportuno con un vagabondo o con un
delinquente può lasciare tracce, uno sfregio sul viso per esempio. In questi casi,
per nascondere la cicatrice, mettiamo un trucco più pesante. Ma invecchiando si
nota sempre di più", si rammarica Rachid.
A
differenza di coloro che passano le notti nei viali, i travestiti di condizione
agiata sono più difficili da avvicinare. Portarsi dietro una simile
reputazione, in Marocco (e non solo, ndt),
è sinonimo di morte sociale. Se qualche bar o club della corniche (lungomare meridionale, conosciuto per i suoi locali
'moderni' e la vita notturna, ndt) o
del centro sono noti per ospitare una clientela omosessuale, un travestito non
può esibirsi in un luogo pubblico. E' possibile 'fare follie' soltanto in
privato, al chiuso, tra quattro muri.
"Una
volta ho partecipato ad una serata drag queen in una villa di Casablanca. In
questi casi gli organizzatori stanno ben attenti e gli invitati sono scelti con
la massima cura. Ne va della reputazione di tutti", spiega il nostro
interlocutore, che rifiuta di pronunciare il suo nome. L'anonimato è d'obbligo
in questo universo dove le lingue si sciolgono con difficoltà.
"E'
vero, possiamo fare incontri e feste nelle nostre case. Ma travestirsi
significa mettersi in mostra, non solo davanti alle persone che già si
conoscono, ma anche in presenza di estranei", continua l'intervistato che,
nella sua vita 'da uomo', è un funzionario di banca. "Per vivere a pieno
la mia intimità, trascorro regolarmente dei periodi di vacanza in Turchia.
Istanbul è una città dove i travestiti possono esibirsi senza essere incalzati
dalla polizia. Lì, sebbene si tratti sempre di un paese musulmano, le relazioni
omosessuali e le operazioni per cambiare sesso non sono illegali".
Ai
marocchini non è richiesto il visto per viaggiare in Turchia. I più ricchi
preferiscono comunque altre mete, ancora più 'aperte', come Parigi e Amsterdam.
Pur
conservando gelosamente il segreto della loro identità sessuale, per timore
dell'esclusione sociale, ritengono di essere sufficientemente numerosi da
formare una comunità, con i suoi codici e le sue abitudini.. "In Marocco
molti travestiti si celano dietro ad una apparente 'normalità', si vestono da
uomini, sotto l'oppressione di una società maschilista. Non possono svelarsi
per paura di subire rappresaglie", conclude il banchiere.
"Eppure
in passato, nella nostra società, alcuni uomini potevano travestirsi
pubblicamente durante le feste di matrimonio o le celebrazioni cittadine.
Bouchaib Bidaoui è uno degli esempi più conosciuti. Le identità sessuali erano
e restano molteplici, inutile nasconderlo. Ci sono eterosessuali e omosessuali,
ma anche bisessuali, travestiti e transessuali, come la ballerina Noor. Tutte
queste identità esistono ancora oggi in Marocco".
FLASHBACK. C'era una
volta il dottor Burou..
Chi
l'avrebbe mai detto che Casablanca fu, per diverso tempo, la capitale mondiale di
cambio del sesso? Durante gli anni '60 e '70 uomini di ogni provenienza
arrivavano nella metropoli atlantica, in una clinica del centro a Mers Sultan,
per offrirsi un corpo e un organo sessuale femminile. Dietro questa fama, il ginecologo
francese George Burou.
Nato
nel 1910, il dottor Burou ha esercitato il suo mestiere ad Algeri prima di
emigrare a Casablanca all'inizio degli anni '50. Nella Clinique du Parc
tuttavia, oltre alla ginecologia classica, il medico si specializza in un
ambito che lo porterà velocemente all'affermazione mondiale.
Secondo
la sua stessa testimonianza, Burou comincia le operazioni per il cambio di
sesso nel 1956 e il suo primo cliente celebre - il transessuale Jacques
Dufresnoy - arriva due anni dopo. Jacques o Jacqueline Charlotte era già molto conosciuto
a Parigi - con il nome d'arte Coccinelle - come vedette dello spazio musicale
Carrousel. Altra diva passata sotto il bisturi del dottore negli anni sessanta,
Bambi, protagonista delle serate di cabaret dell'epoca. Nella sua autobiografia
terrà a specificare l'ottima riuscita dell'operazione.
Da
allora, Casablanca diventa un punto di riferimento per tutti coloro che si
sentono male in un corpo da uomo e che desiderano cambiare definitivamente la
loro identità sessuale. Sarebbero più di 800 gli interventi all'attivo di
Burou, mentre la sua tecnica verrà insegnata nel mondo e il dottore stesso
parteciperà a diverse conferenze internazionali sul tema (perfino all'università
di Stanford, California).
La
sua scomparsa non passa sotto silenzio. Amante di nuoto e sci nautico, muore
nel 1987 quando lo scafo su cui si trovava a bordo si rovescia al largo di
Mohammedia (città costiera pochi km a nord di Casablanca).
(Pubblicato in Osservatorio Iraq Medioriente e Nordafrica)
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