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venerdì 25 marzo 2011

Nadia Yassine e l’“unione sacra” per la democrazia

Dopo l’imponente mobilitazione che domenica scorsa ha portato in strada, nelle principali città del regno, decine di migliaia di marocchini per dire basta all’assolutismo monarchico, la protesta è continuata in settimana con scioperi e manifestazioni in tutte le università. Il Movimento 20 febbraio sembra aver risvegliato definitivamente la coscienza di un popolo stanco di essere suddito e desideroso di dignità, democrazia e uguaglianza. Per capire meglio la natura di questo movimento, dalle caratteristiche inedite nella storia della dissidenza nel paese, (r)umori dal Mediterraneo ha incontrato Nadia Yassine, uno dei volti più rappresentativi dell’associazione islamica Al Adl wal Ihssane (“Giustizia e Carità”). Assieme ai militanti amazigh, alla sinistra radicale e alle ong per i diritti umani, l’organizzazione fondata negli anni ottanta da shaykh Abdessalam Yassine (funzionario al Ministero dell’Educazione e discepolo sufi della confraternita Bushishiyya) è infatti una delle forze sociali che più si è implicata, fin dall’inizio, a sostenere le azioni e le rivendicazioni promosse dal “20 febbraio”.

Giustizia e Carità nella manifestazione del 20 marzo a Rabat

lunedì 21 marzo 2011

20 marzo: sboccia la “primavera marocchina”

RABAT - Il Marocco democratico ha risposto in massa all’appello lanciato dal Movimento 20 febbraio: migliaia di manifestanti, in tutte le città del regno, sono scesi in strada nel “giorno della dignità” (domenica 20 marzo, ndr) per ribadire alle autorità che è ormai finito il tempo dell’autocrazia e del dispotismo. “Il popolo vuole far cadere il regime”, “makhzen (l’apparato tentacolare con cui la monarchia impone il suo controllo assoluto, ndr) vattene! Dissoluzione del governo e del parlamento!”, gli slogan che riecheggiano da Tangeri a Laayoune fino alle piazze della capitale.


sabato 19 marzo 2011

“Un’opportunità storica per tutti i democratici marocchini”

Il Marocco si prepara a vivere una nuova giornata di mobilitazione nazionale. Il Movimento 20 febbraio ha indetto manifestazioni e sit-in in tutto il territorio per domenica 20 marzo, ribattezzato “giorno della dignità”. I giovani dissidenti e le organizzazioni che lo sostengono (riunite nel Consiglio nazionale di appoggio al movimento – CNAM) hanno rifiutato le aperture fatte la settimana scorsa dal sovrano Mohammed VI, che in un discorso alla nazione aveva annunciato la designazione di una commissione per la riforma della costituzione, seguite poi dalle voci di un’imminente liberazione di alcuni detenuti politici.


venerdì 18 marzo 2011

Breve saggio sulla storia del movimento amazigh in Marocco

Che cos’è il movimento amazigh? Meglio ancora, chi sono gli imazighen (plurale di amazigh)? Domande a cui è necessario fornire una risposta chiara e immediata, visto il peso e la visibilità che tale movimento ha assunto nella mobilitazione seguita al “20 febbraio” in tutto il territorio marocchino.


mercoledì 16 marzo 2011

La sacralità della monarchia marocchina è un freno al processo democratico

In un momento in cui molto si dicute in Marocco a proposito di costituzione, della sua riforma e del rapporto tra monarchia e democrazia, ecco un articolo estremamente interessante pubblicato ieri da Ahmed Benchemsi sulle colonne di Le Monde (di seguito tradotto in italiano). Benchemsi, direttore del settimanale francofono Tel Quel fino al dicembre 2010 e attualmente ricercatore all’università di Stanford, analizza le contraddizioni e le ambiguità del discorso pronunciato da Mohammed VI il 9 marzo scorso, focalizzando la sua attenzione sul carattere divino del potere del sovrano alawita, un elemento inconciliabile con la natura della pratica democratica in qualsiasi forma di Stato essa sia concepita.


Marocco. A. Jamai rilancia l’informazione indipendente in francese

Ali Anouzla nella redazione di Lakome
Il giornale on-line Lakome.com, come annunciato qualche giorno fa a (r)umori dal Mediterraneo dal suo fondatore Ali Anouzla, è ormai disponibile in versione francofona. Lakome, creato circa tre mesi fa in lingua araba, è diventato un punto di riferimento irrinunciabile con le sue 100 mila visite giornaliere per tutti coloro che vogliono accedere ad un’informazione indipendente nel paese. Un’esigenza sempre più necessaria, dopo la stretta autoritaria del regime che negli ultimi anni ha portato alla chiusura dei supporti meno inclini alla propaganda ufficiale del Palazzo (gli esempi più recenti, Al Jarida Al Oula e Nichane), ha radiato i giornalisti più zelanti dalla professione (Ali Lmrabet, direttore dei settimanali Demain e Doumane, è stato condannato a quattro anni di carcere e poi al divieto dell’esercizio per dieci anni) o ha costretto quei direttori non abbastanza accomodanti ad abbandonare il territorio nazionale (è il caso di Ahmed Benchemsi, direttore di Tel Quel fino al dicembre 2010).
Aboubakr Jamai
L’avvio della versione Lakome in lingua francese segna il ritorno nel panorama mediatico marocchino del noto giornalista Aboubakr Jamai, già fondatore e direttore dei settimanali Le Journal (poi Le Journal Hebdomadaire, vittima del boicottaggio pubblicitario nel gennaio 2010) e Assahifa. A completare l’equipe nei locali di avenue Al Alaouyine (Rabat) altre due penne d’eccezione, Aziz El Yaakoubi (Zamane, Le Journal Hebdomadaire) e Omar Radi (Les Echos, Atlantic Radio). Ed è proprio con uno scoop sulla chiusura dei settimanali Le Journal e Assahifa (oltre a Demain), ordinata dal primo ministro Abderrahman Youssoufi nel dicembre 2000, che Jamai e compagni hanno inaugurato la nuova avventura. In base alle rivelazioni fatte a Lakome da un ex consigliere (Abdelaziz Nouidi) del premier socialista, non fu Youssoufi a volere l’interdizione dei tre giornali ma il Palazzo reale attraverso l’intervento del consigliere di fiducia di Mohammed VI Andrès Azoulay.


lunedì 14 marzo 2011

Cartoline dalla Casablanca democratica

Place Mohammed V, Casablanca (ore 11:30). “Ecco cosa intendeva il re quando nel suo discorso ha parlato di «larga consultazione popolare»”, il commento riportato su Facebook in riferimento a questa foto.


Place Mohammed V, Casablanca (ore 11:30). “Quando la dittatura non ha più argomenti utilizza il manganello”, il commento riportato su Facebook in riferimento a questa foto.


domenica 13 marzo 2011

Le aperture di Mohammed VI e la costituzione marocchina: alcune considerazioni…

Dopo il discorso pronunciato da Mohammed VI il 9 marzo, cha ha annunciato la formazione di una commissione (di nomina reale) per la riforma della costituzione, il Movimento 20 febbraio ha rilanciato le sue rivendicazioni, rifiutando in blocco le “aperture” proposte dal regime.


giovedì 10 marzo 2011

“Ashab yurid dustur al jadid”

RABAT – “Il popolo vuole una nuova costituzione” (Ashab yurid dustur al jadid), “il popolo rifiuta la costituzione degli schiavi”, questi gli slogan che da domenica 20 febbraio rimbalzano da una parte all’altra del territorio marocchino, da Tangeri a Marrakech, dalle grandi città ai piccoli villaggi remoti del Rif, dell’Atlante e dell’Orientale. Anche domenica 6 marzo, le manifestazioni promosse dal movimento di giovani nato su Facebook, sulla scia della rivoluzione tunisina e di quella egiziana, hanno animato in maniera pacifica le piazze dei principali centri del paese (Casablanca, Tangeri, Marrakech, El Jadida, Oujda). Le forze di sicurezza, tuttavia, non hanno dimostrato altrettanta maturità e, come nel caso del sit-in a Rabat, hanno reagito con violenza gratuita e ingiustificata.


lunedì 7 marzo 2011

Lettera aperta a Mohammed VI

Il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato nella sua edizione del 4 marzo 2011 una lettera aperta, indirizzata al sovrano alawita dallo scrittore Abdelhak Serhane. E’ una delle rare prese di posizione ufficiali da parte della “classe intellettuale marocchina” (oltre alle dichiarazioni del filosofo Ahmed Assid) a sostegno del Movimento 20 febbraio registrate fino ad ora. In questa lettera (di seguito il testo integrale tradotto in italiano) Serhane si schiera in favore del cambiamento democratico e denuncia senza mezzi termini la responsabilità della monarchia nella paralisi sociale, economica e politica che sta privando il popolo maghrebino della propria dignità e della propria libertà (come sostenuto dai giovani del Movimento).


venerdì 4 marzo 2011

Lakome.com o il “Wikileaks marocchino”

Nel cuore della Rabat coloniale, quartiere Hassan, lungo i binari che tra poche settimane ospiteranno il primo tram in funzione nella capitale, si affacciano le finestre di Lakome.com. Ad attendermi nei locali della redazione c’è Ali Anouzla, icona del giornalismo indipendente marocchino e direttore del sito internet (creato nel novembre 2010) che in pochi mesi è diventato il punto di riferimento nel paese per l’informazione alternativa in lingua araba. Alcuni lo chiamano il “Julian Assange marocchino”, non solo per la sua attività di internauta e per la facilità di accesso alle fonti disponibili in rete. Nel 2008, infatti, Anouzla aveva pubblicato nel quotidiano Al Jarida al Oula alcune testimonianze sugli “anni di piombo” secretate dall’Istanza di Equità e Riconciliazione, che suscitarono l’ira del regime.


martedì 1 marzo 2011

Il “20 febbraio” di Khalid Gueddar

“La via marocchina”
Il trono marocchino, protetto dai poliziotti con scudi e manganelli, poggia su una bomba che sta per esplodere…