Arrêt sur image

venerdì 25 settembre 2009

"La Guardienne des ombres" o "Don Chisciotte ad Algeri", di Wacini Laredj, pubblicato da Mesogea (Messina, 1999)

Intervista allo scrittore algerino Wacini Laredj.
L’intervista è stata realizzata a Venezia il 23 marzo 2009, in occasione della conferenza “Algeria oggi, vincoli e cambiamenti”, organizzata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con Merifor (Centro mediterraneo di ricerca e formazione). Waciny Laredj era uno degli ospiti, chiamato ad esporre sulla genesi e le prospettive del romanzo algerino.


venerdì 4 settembre 2009

Un posto sconsigliato (pensieri tunisini a bordo di un taxi)

“Taxi!”, grido all’angolo tra avenue Bourguiba e avenue de Paris. “Buonasera, Bab Saadoun, suk Sidi Abdessalem per favore”, snocciolo a memoria una volta seduto accanto all’autista. “Suk Sidi Abdessalem?”, mi guarda stupito mentre accelera con decisione, “ma a quest’ora non c’è niente, non è un posto sicuro. Glielo sconsiglio”. Non gli presto attenzione e con un cenno distratto lo invito a proseguire senza troppi problemi. Dalle mie labbra solo una battuta lapidaria: “vivo là”. Ma le sue parole continuano a ronzarmi in testa.


martedì 1 settembre 2009

Io vivo qui

"Io vivo qui" è l'ultimo capitolo del libro Je ne partirai pas, scritto dal giornalista e oppositore tunisino Taoufiq Ben Brik. Ecco la traduzione. 

Sono stanco della “prigione senza sbarre”. Voglio andare a vedere da vicino, voglio toccare con mano la vita di Hay El Akrad, il quartiere dei Curdi, il culo di Tunisi, l’antitesi di quell’immaginario pittoresco che il mio paese suscita nelle menti di migliaia di turisti. Ci siamo! E’ a soli trenta minuti da Bab El Bahar, la Porta del mare. Arriviamo in mezzo ad una baraonda infernale, motorini che provengono da ogni direzione e venditori ambulanti abusivi che urlano e schiamazzano…


Safar fil-Tunis (Un viaggio in Tunisia...)

Fethi ha 26 anni ed è laureato in legge all’Università di Tunisi. Ha il viso spigoloso, come scolpito, ed una generosità sincera. Gli occhi scuri e profondi. La gestualità che accompagna le sue parole ha il tipico sapore del Mediterraneo. Parla un francese fluente, al contrario delle donne che mi guardano incuriosite alle sue spalle. Del resto non capita tutti i giorni di vedere facce nuove da queste parti, e di stranieri ancor meno. Hammam Mellegue, 15 km ad ovest di El Kef, è un piccolo villaggio isolato sorto ai lati di un complesso termale di epoca romana (II secolo d. C.). Gran parte della antica costruzione è in rovina, tranne la stanza del calidarium, perfettamente conservata. Una porta di legno impedisce al vapore esalato dall’acqua della piscina (35°) di disperdersi al di fuori della stanza buia, mentre un piccolo lucernario consente a deboli raggi di sole di fendere l’oscurità: la pietra gialla delle pareti ha ceduto ad una tinta rossastra, probabilmente dovuta al contenuto ferroso dell’acqua.


Incontri di frontiera

Fethi ha 26 anni, laureato in legge all’Università di Tunisi. Ha il viso spigoloso, come scolpito, ed una generosità sincera. Gli occhi scuri e profondi. La gestualità che accompagna le sue parole ha il tipico sapore del Mediterraneo. Parla un francese fluente, al contrario delle donne che mi guardano incuriosite alle sue spalle. Del resto non capita tutti i giorni di vedere facce nuove da queste parti, e di stranieri ancor meno.


Voci d'Algeria. Waciny Laredj

Un estratto dell'intervista allo scrittore algerino Wacini Laredj (Venezia, marzo 2009). 

La memoria è molto importante, ma non si tratta di un blocco monolitico fossilizzato, in cui è possibile trovare tutte le risposte a portata di mano. No, si tratta di uno spazio formidabile, ma che bisogna prima cercare di conoscere, scavando il più possibile. La memoria è costituita da più strati sedimentati, l’uno sopra l’altro, e all’apparenza solo l’ultimo stato sembra visibile, ma, come nel caso dell’iceberg, quello che resta nascosto al di sotto è ben più vasto e profondo. Bisogna sforzarsi per arrivare fino ai primi strati, quelli che si trovano più in basso, bisogna essere pronti a scavare per recuperare la nostra memoria nella sua interezza e per far valere la ricchezza e la profondità della nostra cultura. Io ho cercato di farlo, per esempio attraverso al mio incontro con Cervantes, recuperando tutto quello spazio di condivisione storicamente esistito tra il contesto algerino e la cultura spagnola. E’ un esempio, uno spunto che credo e spero possa essere seguito e ripreso.