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lunedì 31 gennaio 2011

Rachid Ghannouchi rientra a Tunisi dopo venti anni di esilio

TUNISI - Il leader islamista Rachid Ghannouchi è rientrato ieri (domenica 30 gennaio) in Tunisia dopo vent’anni di esilio trascorsi a Londra. Ad attenderlo all’aeroporto della capitale una folla di sostenitori in festa, che fin dalle prime ore del mattino si è assiepata di fronte all’arrivo dei voli internazionali. Ghannouchi, come altri membri del partito islamico Annadha (in arabo “la rinascita”), aveva lasciato il paese nel 1991, dopo la dissoluzione del movimento voluta dall’ex presidente Ben Ali. Su di lui pesa ancora una condanna all’ergastolo pronunciata dal tribunale di Tunisi, ma il ministro della Giustizia del nuovo governo di transizione ha già emesso un provvedimento per la revisione dei processi politici e delle condanne inflitte agli oppositori sotto il vecchio regime.




Rachid Ghannouchi ha creato negli anni settanta il Gruppo Islamico, un’associazione clandestina consacrata al recupero della dimensione religiosa e politica dell’islam nel territorio tunisino. Il Gruppo trae ispirazione dagli scritti di Sayyid Qutb e dall’esperienza dei fratelli musulmani, con cui Ghannouchi è entrato direttamente in contatto nei quattro anni di permanenza in Siria (1964-1968 Facoltà di Filosofia all’Università di Damasco). “Il nostro obiettivo era di convincere il popolo che l’islam non rappresentava solamente la tradizione, ma anche un modo di vita, un sistema globale”, ricorda lo stesso leader nel corso di un’intervista rilasciata a Vincent Geisser nel giugno 2001. “All’inizio i nostri nemici erano lo Stato e i comunisti. Dopo il 1978 abbiamo rivisto obiettivi e priorità. Avevamo ormai acquisito una coscienza sociale e il conflitto con i comunisti è divenuto secondario”, continua Ghannouchi, che nel 1979 viene arrestato per la prima volta e trasferito in una cella speciale nei sotterranei del Ministero dell’Interno. Viene rilasciato dopo un mese, con il divieto di pronunciare prediche all’interno delle moschee del paese.
Nel 1981, quando Bourghiba apre la vita politica al pluripartitismo, l’organizzazione si trasforma nel Movimento di Tendenza Islamica (MTI) e chiede di essere legalizzata. L’MTI non ha mai ricevuto il riconoscimento ufficiale del regime, ma si è subito diffuso in tutto il territorio nazionale grazie all’azione degli imam nelle moschee e degli studenti nei campus universitari. In occasione del congresso fondativo, il movimento iscrive nel suo manifesto “il rifiuto della violenza, il rispetto del multipartitismo e del diritto della donna alla partecipazione nella vita pubblica”. Ciò nonostante i suoi rappresentati diventano i bersagli principali del governo e della polizia politica. Lo stesso Rachid Ghannouchi viene arrestato per la seconda volta nel luglio del 1981 e condannato a undici anni di carcere. Ne sconta tre, poi viene liberato nel 1984 in seguito allo scoppio delle “rivolte del pane”. In questo periodo si intensificano i contatti tra l’MTI e le opposizioni di sinistra. Il regime di Bourghiba vacilla e la sua repressione nei confronti dei dissidenti si fa sempre più aspra. Il 1987 è l’anno più duro per i seguaci di Ghannouchi, ormai la prima forza di opposizione nel paese, quello più violento per il popolo tunisino. Il vecchio dittatore dichiara guerra aperta al movimento islamico ed esegue centinaia di arresti. Due attentati insanguinano le città di Sousse e Monastir. Per il regime il responsabile è l’MTI, anche se il leader ha sempre negato un coinvolgimento del suo movimento in quegli episodi. Rachid Ghannouchi torna in carcere, ma viene graziato dopo il colpo di stato che sancisce la destituzione di Bourghiba e l’ascesa al potere di Ben Ali.
Il nuovo regime sembra inizialmente disposto ad accettare la partecipazione degli islamisti alla vita politica, così il Movimento di Tendenza Islamica assume la nuova denominazione di Annadha (la legge tunisina vieta la formazione di partiti a carattere religioso, ndr) e si presenta alle elezioni legislative del 1989. Il partito di Ghannouchi, grazie al sostegno della Tunisia rurale, riporta la vittoria all’appuntamento con le urne. O almeno questa è l’ipotesi, dato che Ben Ali denuncia brogli e falsifica i risultati delle elezioni, forte dell’appoggio offertogli da una parte dell’opposizione sindacale e comunista. Il dittatore lancia una campagna per screditare Annadha, diffonde nel paese la paura del “pericolo fondamentalista” e riprende la caccia all’islamista già conosciuta dal movimento di Rachid Ghannouchi sotto Bourghiba. Nel 1991 il partito viene dissolto con l’accusa di “sovversione” e “attacco ai fondamenti istituzionali dello Stato”. Il suo leader parte in esilio a Londra, altri elementi di spicco si rifugiano in Francia, mentre centinaia di attivisti finiscono nelle prigioni del regime.


Al suo arrivo all’aeroporto di Tunisi, accolto dagli Allahu Akhbar intonati dalla folla, il leader islamista ha dichiarato all’AFP che non si candiderà alle elezioni presidenziali previste per il prossimo giugno, confermando così quanto già affermato a Londra poche ore dopo la fuga del dittatore Ben Ali. “Non mi presenterò alle presidenziali – ha riferito Ghannouchi – così come non si presenterà nessun altro esponente di Annadha. Dopo venti anni di assenza, il mio partito non è pronto a gettarsi nell’arena politica. La priorità è ricostruire il movimento e riprendere l’attività all’interno della società tunisina”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hello,

It is a pleasure to see that Salma and Sallema's voice reached out to Italy. In fact, I just have one correction to make, the poem they sang was written by their cousin Saoussen who lives in the United States of America. They liked it so they sang it.
Thank you for your interest for Tunisia!

Long Live Freedom.

Peace <3