[Altreconomia] I
vicoli stretti e nodosi della medina
si perdono in una ragnatela di saliscendi indecifrabile all'occhio inesperto. Gli
uomini siedono flemmatici nelle terrazze dei café mentre le donne fanno la spola da una bottega all'altra. I
ritmi sono lenti e l'ambiente suggestivo, con le pareti delle case che sfumano
dall'azzurro all'indaco e i portoni rifiniti a calce.
Chefchaouen,
Marocco settentrionale, è un gioiello incassato nel cuore di una natura ostile.
Molti la definiscono la "porta del Rif", regione aspra e montuosa -
storicamente popolata da bellicose tribù berbere - che si spinge fino alla
costa mediterranea. A dispetto dei sobborghi, cresciuti in fretta e in maniera
disordinata, la città vecchia sembra conservare intatto il fascino dei tempi
passati, quando musulmani ed ebrei in fuga dalla Spagna trovarono rifugio nella
sua intimità e protezione dietro le spesse mura in parte ancora visibili.